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Una tazza di manafregoli e sette ore di cammino

Mia nonna faceva la maestra. Mio nonno invece era geometra.

A quei tempi non erano in molti ad avere un titolo di studio, così i miei nonni materni erano la maestra Sara e il geometra Delfo. Il titolo di studio e il mestiere erano praticamente entrati a fare parte del loro nome di battesimo.


Per alcuni anni, prima di avere un posto più vicino a casa, mia nonna ha insegnato a Capanne di Careggine, un paesino dell'alta Garfagnana alle pendici delle Apuane. In realtà la distanza dal suo paese non era enorme: solo una trentina di km.


Voi come raggiungete abitualmente il vostro posto di lavoro?

In auto? In treno? In bici?


Beh, mia nonna andava a Capanne di Careggine a piedi. No, non ogni giorno: ogni settimana. Dormiva presso una famiglia del luogo, su un pagliericcio, un materasso riempito di paglia, al tempo abbastanza usuale.


Quindi ogni settimana mia nonna percorreva quei quasi trenta km che separavano casa sua da Capanne di Careggine: sette ore di cammino. Quando passava per Bocca di Scala, uno stretto passaggio obbligato dove il sentiero si insinuava fra due profondi dirupi, evitava sempre di guardare giù, così mi raccontava.


Ho deciso che la prossima estate percorrerò il sentiero che mia nonna seguiva per andare a Capanne di Careggine. Magari non sarà proprio lo stesso, ma cercherò più o meno di passare nei luoghi delle sue narrazioni.


Già, però mia nonna quel tratto di strada lo percorreva in ogni stagione e con tutte le condizioni meteo e durante quelle sette ore non indossava un paio di Salomon Speedcross in goretex, bensì un paio di vecchi scarponi, presumo neppure troppo comodi. E Bocca di Scala sotto una fitta nevicata non doveva essere molto piacevole.


Ma la maestra Sara aveva la sua arma segreta: una colazione in grado di fornirle tutte le energie necessarie per quella scarpinata. Una bomba, un mix geniale: i manafregoli.

Latte e Nesquik ci fa un baffo: qui parliamo di latte e polenta di neccio.


Volete sapere come si preparano? Prendete della polenta di castagne (che deve essere calda) e versatevi sopra il latte freddo.

Semplice, vero?


E io me la immagino proprio mia nonna che prende la polenta tenuta calda nel paiolo dal fuoco del camino, ci versa il latte fresco della sua mucca e parte poi alla volta di Capanne di Careggine rinfrancata dalla sua super colazione.


Averne, come si dice dalle mie parti!


La ricetta

- farina di castagne: 400 g

- acqua: 1 l

- sale q.b.

- latte


Setacciate la farina di castagne, dopodiché portate ad ebollizione l'acqua, salatela, aggiungete la farina e cuocete la polenta per circa 40 minuti.


Mia nonna ha sempre detto che quella per i manafregoli doveva essere una polentina piuttosto dólca ovvero non troppo soda, quindi state attenti a non cuocerla troppo.


Non appena è cotta mettete la vostra porzione (q.b., mi verrebbe da dire) in una tazza o in una ciotola e versatevi sopra il latte freddo.


Il contrasto caldo freddo vi sorprenderà.


Bene, dopo questa colazione siete pronti per sette ore di cammino in montagna.

Su, su, forza: niente storie! Si parte!



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