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Di fiori, api, miele e ciambelle

Il 20 maggio è la giornata mondiale delle api. Non che ami particolarmente le 'giornate per...', ma da sempre adoro le api.


Giorni fa ho adocchiato una ricetta sulla rivista gratuita distribuita da una nota catena di supermercati: era la ricetta di una ciambella al miele per celebrare la Giornata Mondiale delle Api.


L'ho fatta mia, con qualche variante, aggiungendo dello zenzero fresco, noci e mandorle che, devo dire, ci stanno proprio bene. Più sotto trovate la ricetta.


A dire la verità avrei voluto celebrare questa giornata raccontandovi una bella storia, una storia di api, di miele e di altro, la storia di un sogno realizzato.

Questo racconto è ancora in cantiere, ma spero di poterlo consegnare presto alle pagine di questo blog. Non vedo l'ora.


Ho sempre amato le api. Quando ero piccola avevamo delle arnie ed eravamo produttori di una modesta quantità di meraviglioso miele di montagna, prevalentemente di tiglio.


Poi mio papà ha scoperto di essere allergico alla puntura d'ape: gli alveari sono stati dismessi, le arnie riciclate come cassette per la semina; lo smielatore venduto qualche anno fa su eBay.


Avere un apiario era bello: ricordo che guardavo mio papà aggirarsi tra le arnie vestito come un astronauta, comparire e scomparire tra gli sbuffi di fumo emessi da quel buffo utensile, l'affumicatore, appunto. Mi piaceva sostare vicino alle arnie e osservare le api indaffarate: il loro ronzio pacifico e costante rilassava più di mille campane tibetane.


Allora non si parlava delle api come di una specie in pericolo, né della loro importanza per la biodiversità.

Che poi quello di biodiversità è un concetto troppo vago: perché non parlare della sopravvivenza delle piante che conosciamo e amiamo, ciliegi, meli, castagni, del mondo pieno di specie vegetali e animali (compresi noi dannosissimi umani) come siamo abituati a vederlo?


Nel pezzettino di prato antistante l'ufficio un paio di mesi fa è comparsa una buffa pianta che indossava un cartello altrettanto buffo: " Sono fiori". Un fiore nascosto sotto le sembianze di una pianta bruttina, protetta da un cartello affinché nessuno la estirpasse o, chissà, la cucinasse scambiandola per un cardo.


Quella pianta bruttina qualche giorno fa ha tirato fuori uno splendido fiore rosa e tanti bocci.


Perché non impariamo a proteggere allo stesso modo la bellezza che abbiamo attorno? Facciamo conto che ci sia un bel cartello appeso ovunque: sui prati, sui torrenti, sulle montagne, sulle ali di un insetto.


Un cartello con su scritto: "Sono fiori".


E adesso cuciniamo, va'


LA RICETTA


Ingredienti:


- burro: 50 g

- miele: 200 g

- latte: 100 g

- farina bianca: 200 g

- farina integrale: 50 g

- lievito per dolci: una bustina

- zucchero semolato: 20 g

- 1 limone non trattato (buccia e succo)

- zenzero fresco

- noci e mandorle: 80 g circa in totale

- 1 uovo

- un pizzico di sale


Questo dolce è talmente facile e rapido da preparare che sembra incredibile che sia anche così profumato e buono.


Per cominciare fate sciogliere in un pentolino a fiamma bassa il burro nel latte; quindi aggiungete il miele e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.


In una ciotola mischiate intanto la farina, lo zucchero, l'uovo, il succo e la buccia del limone, un pizzico di sale.


Aggiungete quindi al composto i liquidi che nel frattempo si saranno intiepiditi, unite anche le mandorle e le noci tritate grossolanamente e mescolate il tutto.


Aggiungete infine la bustina di lievito e una generosa grattugiata di zenzero fresco.


Il composto è pronto per essere infornato a 180 gradi per circa 40 minuti a forno statico.


Una volta estratto dal forno potreste gustare questo dolce delicato e profumatissimo aggiungendo in superficie una spolverata di zucchero a velo o in alternativa, ancor meglio, un filo di miele.




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