Ecco, ci risiamo: l'ennesimo blog di cucina...
No, non esattamente: potete darvela subito a gambe levate, se volete, perché, è vero, in questo blog indiscutibilmente si parla di cibo e di cucina, ma l'intento non è quello di raccogliere ricette. Non soltanto, per lo meno.
Nella foto: il tipico salamino della Garfagnana in compagnia cosmopolita (ciccioli mantovani e un pane rustico di Pontremoli).
Quello che vi propongo è un viaggio attorno al cibo nei dintorni vicini e lontani. Un percorso che può portarvi nella vostra dispensa, a recuperare gli ingredienti di un piatto della tradizione che cucinerete voi stessi, o nel più remoto vicolo di un paesino di montagna per gustare le tullore, un formaggio o una zuppa di erbe selvatiche.
A voi la scelta.
Non so bene dove questo viaggio ci porterà a livello geografico, ma in fondo il bello è anche questo, no? Ho ben chiare alcune tappe ed ho allertato tutti e cinque i sensi per non lasciarmi sfuggire niente. Tutto quello che vedrò, annuserò e assaggerò cercherò di trasmettervelo attraverso i miei scatti e le mie parole. Sì, lo so che suona un po' deludente, come la realtà virtuale, correre sul tapis roulant o la sottomarca della vostra crema spalmabile preferita.
Ma potete abbandonare lo smart-working in qualunque momento, sappiatelo: armarvi di pentole e buona volontà e mettervi ai fornelli oppure uscire di casa e portare i vostri cinque sensi affamati esattamente nel luogo che custodisce quel cibo che vi ha sedotto dalle righe di questo blog.
Tornando a noi, in questo blog troverete tante foto di buon cibo, persone, aneddoti, storie, luoghi e ricette.
Le storie, ad esempio, di piccoli produttori locali che coltivano ortaggi, producono miele o stagionano salumi e amano visceralmente il proprio lavoro. Luoghi come quella trattoria a Roma dove ho mangiato il miglior baccalà fritto della mia vita o l'agriturismo abbarbicato sopra Orgosolo, dove, tra un lockdown e l'altro, una congiuntura astrale favorevole mi ha permesso di deliziarmi col famoso porceddu. Ricette per ogni gusto e per ogni momento, da quelle che vi risolvono la serata con pochi ingredienti, le cosiddette "svuotafrigo", a quelle che vi costringeranno ad acquistare una lista infinita di ingredienti, per finire con quelle che vi strapperanno una lacrimuccia, ricordandovi il profumo della crostata che preparava la vostra nonna.
Tutto il bello e il buono che incontro e assaggio lo troverete qui. Niente di casuale: c'è della premeditazione, lo confesso. Non è il cibo che trova me, sono io che lo vado a cercare! Sono una persona curiosa e dinamica, per cui la lista rischia di diventare piacevolmente lunga. Mi piacerebbe che questo blog riuscisse a raccogliere davvero un'ampia fetta del bello e del buono che esiste a varie latitudini e potesse rispondere alle esigenze più disparate, ricordando a ciascuno di noi sapori e profumi che gli sono cari, cibi della tradizione che a volte si nascondono in angoli così remoti che ancora nessuna trasmissione televisiva è andata a scovarli, cibi che hanno un legame così forte col territorio che, con buona pace di madame Globalizzazione, è possibile gustarli soltanto in un determinato luogo.
Il cibo è qualcosa di troppo bello e vario per essere ridotto a routine.
Se per anni ed anni, compressi tra fretta, abitudine e pigrizia, ci nutriamo di cibi confezionati, che siano noodles in scatola o salutistiche insalate, acquistando il nostro cibo pressoché esclusivamente al supermercato, finiremo per comprare e mangiare quasi sempre le stesse cose, pilotati dalla disposizione dei cibi sugli scaffali, dal 2x1 e dalla pubblicità.
Lungi da me l'intento di demonizzare il supermercato (io stessa non potrei farne a meno), ma va quantomeno riconosciuto che queste abitudini riducono la varietà e la completezza del nostro rapporto col cibo e ci fanno perdere di vista la stagionalità dei prodotti.
Se usciamo dal supermercato, nonché dalla routine, e battiamo le strade dei nostri paesi e delle nostre città, incontreremo tanti sapori diversi, in grado di appagare la vista e il palato in modo diverso e inatteso.
E storie. Tante storie di cibo, persone e luoghi.
Piccole botteghe, coltivatori, pastori, apicoltori, ma anche ristoranti, bar, street food, rifugi, forni...non siete curiosi? Sì, è un proprio invito: esploriamoli insieme questi sentieri che la routine ci spinge ad ignorare. Ascoltiamole queste storie.
Siete a spasso per la Marsica? Potrei parlarvi dell'agricampeggio Gargano, situato in prossimità dell'ultima tappa del Cammino dei Briganti. Vi lascio un indizio: carne, salsicce e verdure autoprodotte, arrivate freschissime in splendidi cesti di vimini e prontamente grigliate in mezzo a un frutteto. La cosa necessita di un po' di spirito di adattamento (o di essere gggiovani), sappiatelo, ma ne vale la pena: profumi e sapori che non si incontrano tutti i giorni.
Ma forse state transitando in auto, anziché a piedi, a tutt'altra latitudine, fa freddo e non riuscite a smettere di pensare a un bel bollito con le salse...Oppure siete a casa, in una domenica piovosa e vorreste provare la ricetta del castagnaccio garfagnino. Avete mai fatto la torta mantovana? Conoscete i funghi prignoli? Quante ricette si possono preparare con i vezzadri? State attraversando la Lunigiana e vi chiedete cosa si può mangiare di buono da quelle parti? Ma i panigacci, che diamine!
E allora come dimenticare quella volta che, grazie alla sfrontatezza del mio compagno di viaggio, a Podenzana, oltre a mangiare i famosi panigacci, sono scesa nel seminterrato a vedere come si preparano. I testi di terracotta, il forno che sembrava piuttosto un altoforno, a giudicare dalla temperatura insopportabile della stanza, le facce accaldate dei tre uomini che vi lavoravano, i loro sorrisi increduli e vagamente imbarazzati per il fatto di avere due visitatori.
Raccontare storie e luoghi legati al cibo sarà una sfida impegnativa e appassionante. Ci metterò un po' e nel frattempo mi farà molto piacere se vorrete segnalarmi un piatto o un luogo del cuore che non conosco e farmelo scoprire.
Farete un viaggio attorno al cibo e spero ne tornerete un po' cambiati, proprio come è successo e succede ogni giorno a me.
Ogni tanto si parlerà anche di altro, esattamente come, dopo il pranzo di Natale, si fa una passeggiata per digerire e per mitigare il senso di colpa...Ma non preoccupatevi: subito dopo si torna a tavola.
Allora, come si dice: bon voyage et bon appétit!
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